La struttura interna del ghiacciaio della Marmolada torna sotto la lente dei ricercatori dopo il collasso di un gigantesco seracco che il 3 luglio di due anni fa travolse e uccise 11 alpinisti, ferendone altri nove. Questa mattina è stato compiuto un sopralluogo in quota con l’obiettivo di acquisire nuovi dati attraverso uno speciale apparecchio – il Ground Penetrating Radar – in dotazione al Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’informazione dell’Università di Trento. Lo scopo è quello di studiare lo stato del ghiacciaio in condizioni termiche differenti: quella realizzata oggi è stata infatti la terza campagna di acquisizione dati dopo i sorvoli compiuti a luglio e agosto 2023, con una situazione di differente contenuto d’acqua liquida all’interno del ghiacciaio.
L’iniziativa è stata promossa dal Servizio prevenzione rischi e Cue e dal Servizio geologico della Provincia, in collaborazione con l’Università di Trento e grazie al supporto del Nucleo elicotteri del Corpo permanente dei Vigili del Fuoco di Trento. Il sorvolo è stato realizzato ricalcando il tracciato della scorsa estate, che aveva coperto buona parte del ghiacciaio.
L’analisi congiunta dei dati ripresi nelle 3 campagne permetterà di verificare la capacità del radar e delle tecniche di elaborazione dei segnali, di estrarre informazioni sul volume del ghiacciaio e sulla possibile presenza di accumuli di acqua nella sotto-superficie. In base all’esito della campagna, i monitoraggi con il radar potranno proseguire, valutando anche il possibile impiego di droni che consentirebbero peraltro di operare in maniera più sistematica.